Sindrome di Tourette e TIC
Cos'è la sindrome di Tourette? Cosa può fare lo psicologo?
Cosa si affrontano i TIC?
I tic sono movimenti o suoni ripetuti, rapidi, ricorrenti ed improvvisi come strizzare gli occhi, roteare la testa, tossire, schiarirsi la voce. I movimenti sono chiamati tic motori mentre i suoni tic fonici. Possono essere semplici, quindi brevi e poco percepibili, o complessi (roteare su se stessi, ripetere frasi).
Vengono messi in atto per placare una sensazione fisica, la premonitory urge, sperimentata tipicamente nella zona del corpo dove poi si verifica il tic. Essa può essere descritta come pressione, prurito, energia o tensione. Dopo aver eseguito il tic, questa sensazione scompare per un po’ di tempo. Purtroppo, in seguito, essa torna a crescere finché si sperimenta nuovamente l’impellente bisogno di ticcare.
È possibile avere un solo tic o molti, averli ogni tanto o ogni giorno, solo in certe fasi di vita tanto che poi scompaiono o i tic possono sparire ma poi ricomparire.
I tic vengono eseguiti consapevolmente, è possibile controllarli per un certo tempo ma ciò dipende da persona a persona e comporta un grande investimento in termini di concentrazione e volontà. Per averne una idea è possibile paragonare il tic a una necessità impellente di fare una cosa, a un bisogno che non è possibile ignorare, come per esempio aprire la bocca quando arriva uno sbadiglio. Successivamente ai momenti di controllo dei tic (per esempio implementati quando si frequenta l’ambiente scolastico), può seguire un fenomeno di rebound in cui i tic si presentano in modo più intenso in una sorta di processo di “scarica” delle energie accumulate, tipicamente quando il ragazzo rientra a casa da scuola.
La natura e la gravità dei tic varia nel tempo: situazioni legate a stanchezza, tensione ed eccitazione li fanno aumentare. Praticare il rilassamento o attività che richiedono concentrazione come ballare o suonare uno strumento aiuta a sperimentare meno tic. Generalmente quando si dorme i tic sono assenti.
Il disturbo da tic maggiormente conosciuto è la sindrome di Tourette: si hanno vari tic motori e almeno un tic fonico per almeno un anno. È una condizione neurologica ad esordio infantile, colpisce prevalentemente i maschi in un rapporto di 3:1 e ne è affetto circa l’1% della popolazione. L’età media d’esordio è tra i 5 e i 6 anni e, nella maggior parte dei ragazzi, il periodo di maggior gravità dei tic giunge intorno ai 12 anni. Generalmente, ma non sempre, si osserva una riduzione dell’intensità e della frequenza dei tic con la crescita (fine adolescenza). Spesso tale sindrome si presenta associata a problemi di iperattività, impulsività, difficoltà di concentrazione, disturbi specifici di apprendimento, compulsioni e disregolazione emotiva. Molto spesso sono proprio queste comorbidità a disturbare di più la persona, di conseguenza quando gli specialisti impostano la terapia tengono in considerazione il personale vissuto, capendo quale sia il sintomo che più disturba la qualità della vita e su di esso si prevederà di agire in prima istanza.
Le manifestazioni della sindrome raramente sono gravi dal punto di vista medico, non sono infatti pericolose per la vita della persona, ma possono essere invalidanti sul piano personale e sociale. I bambini e ragazzi con sindrome di Tourette vivono spesso situazioni di emarginazione, di ritiro sociale, provano intense emozioni di rabbia e ansia.
Il trattamento per la gestione dei tic non è solo di tipo farmacologico.
Lo psicologo può insegnare efficaci tecniche cognitivo-comportamentali, quali L’Exposure and response prevention e l’Habit reversal training. La prima prevede che la persona si alleni a sperimentare le spiacevoli sensazioni premonitrici. Sopprimerà i tic per periodi di tempo sempre maggiori e contemporaneamente si esporrà alle sensazioni, abituandosi ad esse. Come risultato i tic verranno ridotti. Attraverso l’Habit reversal training si migliora la propria consapevolezza rispetto a come un tic viene espresso e si apprendono movimenti incompatibili con esso. Il paziente si impegnerà a contrarre gruppi muscolari che rendono impossibile fare il proprio tic, prevenendo l’esecuzione dello stesso. Alla sensazione premonitrice si metterà in atto una risposta competitiva, specificatamente pensata per essere discreta, poco visibile e socialmente accettabile. Entrambe le tecniche mirano ad interrompere il circolo vizioso creato tra la premonitory urge e la soddisfazione sperimentata dopo aver emesso il tic: effettuano quindi una neuro-rieducazione del sistema nervoso.
Come precedentemente descritto, spesso i tic e/o le altre manifestazioni legate alla Tourette hanno effetti sulla vita di relazione, sull’autostima e sull'umore in generale. In questi casi viene suggerito un percorso di tipo psicoterapeutico.
Il coinvolgimento della scuola è fondamentale per il benessere del ragazzo con sindrome di Tourette, in particolar modo durante la frequenza della scuola secondaria di primo grado, fase evolutiva in cui il disturbo si manifesta nella sua forma più grave e intensa. I docenti vengono informati in merito alle caratteristiche e implicazioni della sindrome e invitati a condividere tali conoscenze con i colleghi e il gruppo classe in modo che l’alunno venga compreso e accolto. È inoltre fondamentale adottare accorgimenti che permettano al ragazzo di vivere quanto più serenamente possibile la vita scolastica (es. ignorare i tic, alternare le attività, prevedere momenti di decompressione e la possibilità di lasciare autonomamente la classe).
Noi di Centro Insieme ci occupiamo di tic e sindrome di Tourette, se hai bisogno di un confronto contattaci.
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